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sabato 17 agosto 2019

LA RABBIA DEL POPOLO

In questo periodo stiamo assistendo ad uno sfociare sempre più violento di tensione e rabbia. 
In ultimo le immagini delle proteste nei luoghi dove il ministro dell’Interno Salvini ha tenuto il suo rinominato “BeachTour”, dove centinaia di persone hanno intonato cori e fischi verso un personaggio politico che ha probabilmente deluso o del quale non si sono mai condiviso le scelte politiche . Non solo la tensione si è riversato verso il diretto interessato, ma anche verso i suoi sostenitori: persone che lo hanno votato e che condividono la visione politica. 

In questo modo durante queste manifestazioni, si sono create delle piccole “guerre civili” tra sostenitori e antagonisti. Anche se questi scontri ci sono sempre stati, questa volta si tratta di vedere uno scontro tra due diverse e contrapposte visioni di vita, o anche di cos’è giusto e di cosa è sbagliato. 

È uno scontro tra due gruppi disomogenei per età, generazione, genere e classe, e forse negli ultimi anni anche per provenienza politica. 

Ormai la politica ci ha ridotto a questo, a confrontarci su tematiche etiche o morali sulle quali non ci dovrebbero essere scontri al contrario dei provvedimenti politici e istituzionali proposti da una o dall’altra fazione, sui quali si è sempre basato il dibattito politico.  Si discute se sia giusto o sbagliato togliere la libertà di scelta di un determinato individuo, ci si contrappone se sia giusto o sbagliato salvare gente su barconi alla deriva, si condannano le scelte personali di ognuno. 

C’E’ RABBIA OVUNQUE 

La rabbia di non riuscire a vivere dignitosamente, la rabbia del dover espatriare per trovare un lavoro confacente il nostro livello di studi e conoscenze, la rabbia nel non riuscire a portare avanti un’azienda inghiottita da tasse e burocrazia: 
La rabbia nel non riuscire a intravedere un futuro 
Gli scontri sopra descritti sono scontro vis à vis, dove ogni individuo si mette in gioco cosciente del proprio diritto di manifestare, mettendoci cuore, voce, pugni chiusi.  

Nell’era digitale questi scontri sono sempre più diventati 2.0 : 

Se parte la rivolta  Combatto con lo scudo dello schermo  Le armi da tastiera 

Canta Levante, autrice lucida e sensibile ai tempi bui che stiamo vivendo. 
Tweet al veleno, risposte offensive, post provocatori, ormai la “lotta” si è trasferita sul web e in particolare sui social, senza esclusioni di colpi. 
Chi non ha espresso un semplice giudizio, criticando ad esempio l’operato politico di un esponente di una fazione ed è stato puntualmente sommerso da critiche (ormai troppo spesso offensive)? 
Si chiede “che competenze hai tu per giudicare?”,come se quando quell’opinione non ci è congeniale debba essere necessariamente espressa da un “esperto” , da qualcuno che ne sa di più e ha voce in capitolo e non da semplici cittadini che si interessano alla vita politica,(che è poi interessarsi  alla propria vita) e che esprimono critiche ponderate. 
E vai di offese, di botta e risposta, di “no, ho ragione io e tu hai torto”. Senza dialogo, ma con le offese non si va da nessuna parte, non si costruisce nulla e non si creano le condizioni per realizzare qualcosa di buono 

C’E’ RABBIA DA TROPPO TEMPO 

Come ho scritto c’è tanta rabbia in giro, rabbia che si riversa sulle strade o nelle pagine web. 
Ma c’è anche da dire che questa rabbia dura da tanto, troppo tempo; prima le contestazioni a Berlusconi, poi Monti, Renzi, ed ora Salvini. 
Cambiano i protagonisti ma la scena è sempre la stessa. 
Perché? Perché il popolo non viene ascoltato e la rabbia lenita. È da anni che la gente chiede più lavoro, reddito minimo, sgravi fiscali per le aziende, incentivi per le start up, abbassamento dell’IVA, servizi sanitari migliori, linee ferroviare rimodernate ecc. 
Ma dopo anni e anni siamo sempre qua, fermi sulla crescita “0,…” senza alcun spiraglio, solo promesse. 

Fare il politico non è facile: ci sono in gioco tante cose come mantenere la propria leadership, cercare i giusti alleati, non tradire gli elettori, far approvare le misure più urgenti, contrastare l’opposizione (senza cercare di eliminarla...). Non è facile appunto, ma la gente è stanca. La gente vuole vedere migliorare la propria vita e quella dei suoi familiari e non stare sempre a contestare il politico di turno. Questa rabbia, questo non ascolto da parte delle istituzioni non porterà a nulla di buono, solo ad altra rabbia e frustrazione. 

Allora l’unica cosa da fare è questa: prendere atto di ciò che sta succedendo, mettere da parte il proprio egoismo e la sete di potere, assumersi le responsabilità ed adottare una politica seria fatta seriamente. 

Responsabilità e serietà, queste le parole chiave per cercare di alzare il livello basso della politica attuale. Bisogna smettere di fare sempre e solo propaganda, strumentalizzare ogni notizia a proprio favore e usare la campagna elettorale per inebriarsi delle luci della ribalta. 

Chissà se c’è ancora qualcuno che crede nei valori della politica e che aspira a farne parte per il bene del paese. Chissà, staremo a vedere... 

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