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mercoledì 21 agosto 2019

LA CADUTA DI UN GOVERNO

È successo. Ieri alle 15:30 del 20 agosto 2019, durante un concitato discorso al Senato, il premier Conte ha annunciato la fine del governo e le imminenti dimissioni da Presidente del Consiglio. 

Non abbiamo più un governo, sebbene questo era sin dall’inizio in labile 

Il discorso in questione è durato circa un’ora, molto spesso applaudito ma anche criticato. Il premier ha stilato una sfilza di critiche al suo vicepremier Salvini e al partito a cui fa capo, facendo trapelare un’insofferenza celata forse fin dall’inizio dell’avventura a palazzo Chigi. 

Ieri sera intanto ha ufficializzato le proprie dimissioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che per l’ennesima volta si trova a gestire una situazione spinosa e spiacevole in piena crisi finanziaria e a pochi mesi dalla legge di bilancio. Nessuno lo invidia insomma. 

DI CHI E’ LA COLPA? 
Difficile a dirsi, anche se Conte ha palesemente indicato il leader del carroccio come unica causa della crisi di governo e della sua successiva fine. Si,forse Salvini è la causa unica della fine del governo, ma ci sono molti fattori non marginali che hanno portato a questa fine.  

Partiamo dall’inizio. Più di un anno fa ci si siamo trovati davanti una coalizione fatta da due partiti diametralmente opposti, da una parte la Lega forte al nord e ancora debole ( e contestata) al sud, dall’altra parte il Movimento 5 Stelle forte al sud ma fortemente snobbata al nord; da una parte gli estremisti (la lega non a caso all’estero è sempre descritta come movimento “far right” ossia estrema destra), dall’altra un movimento con una politica più soft , ma politicamente torbido ossia  con idee mai completamente chiare e nette anche sui temi politici più importanti; da un lato il partito della flat tax ,quindi atto ad agevolare famiglie lavoratori e imprese con redditi più o meno elevati riducendo in parte il peso fiscale su esse, dall’altra il reddito di cittadinanza quindi una misura atta ad aiutare chi un reddito non ce l’ha e quindi della flat tax se ne farebbe poco o nulla. Infine chi pensa più alla TAV e chi alle infrastrutture del mezzogiorno.  
A parte le politiche e i provvedimenti diversi di ambo i partiti, ci sono state altre dinamiche che hanno portato allo scontro. I due partiti con due identità almeno apparentemente opposte , si sono fuse tra loro;anche i rispettivi elettorati si sono confusi, il movimento 5 Stelle ha perso la sua seppur labile identità sostenendo in toto i provvedimenti marchiati Lega, cossichè alle ultime elezioni europee questi hanno perso un’alta percentuale di voti rispetto alle politiche del 2018.  
 Anche l’elettorato più affezionato non si è più riconosciuto in un partito che era ormai diventato agli occhi di tutti la stampella del partito di coalizione; troppe le concessioni, troppi gli errori.  

In una collaborazione non si devono perdere la propria identità e le proprie idee, altrimenti non è più  collaborazione ma soggezione.

Un’altra questione legata appunto alle ultime elezioni europee che è trapelata, è quella di una diversa volontà popolare rispetto a un anno fa. In sostanza in parlamento la lega si è trovata sottorappresentata, mentre il Movimento 5 stelle sovra rappresentata. La lega forte di questo consenso più nazionale che europeo(nel parlamento europeo la destra sovranista non ha i numeri per ribaltare a proprio favore nessuna questione), ha reclamato la propria superiorità politica e questo ha innescato la crisi.

COME FINIRA'?

Intanto oggi iniziano le consultazioni e poi Sergio Mattarella deciderà se ci sono le condizioni  e i numeri per creare un nuovo governo(probabilmente di transizione), oppure andare direttamente alle elezioni( probabilmente ad autunno). 
Attendiamo nuovi risvolti da questa situazione politica instabile e disastrosa che si protrae da ormai 10 anni o più.
Inoltre come approfondimento "leggero" metto un link ad un canale youtube molto interessante di Wesa Channel ,dove analizza in modo molto semplice ma critico la situazione politica attuale.



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